Sergio Deleo - Il Blog

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mercoledì 13 settembre 2017

Aiguille de Sialouze - Traversata delle creste



 
Fine Agosto, in compagnia di Iacopo, ho approfittato delle belle giornate di questo inizio settimana per andare a ripetere la traversata dell’Aiguille de Sialouze in Delfinato. Il massiccio degli Ecrins così aspro e selvaggio mi ha sempre affascinato ed infatti, pur non essendo certamente rapido da raggiungere per noi Valdostani, l’ho frequentato spesso. La Sialouze è in realtà un contrafforte del Pic Sans Nom che si spinge verso sud dividendo i massicci dell’Ailefroide e del Pelvoux. Punto di partenza classico per questa salita è il rifugio del Pelvoux che si raggiunge in circa tre ore da Ailefroide. In discesa vi ero già passato alcune volte dopo aver ripetuto itinerari sulla nord e il famoso Couloir Chaud. In salita, su questo versante ripido e assolato, abbiamo molto apprezzato il venticello fresco di lunedì pomeriggio. La cresta offre una bella arrampicata classica su di un ottimo granito lavorato e rugoso e fa parte delle creste scelte Mario Colonel nel suo bellissimo libro Chemins du ciel. Noi abbiamo impiegato circa due ore per arrivare all’attacco della via passando dalla Bosses de Sialouze. Per raggiungere questo punto si attraversa ancora un breve nevaio  che al mattino si passa con maggior sicurezza ramponi ai piedi.
 









 
 Una zona di placche appoggiate ma compatte richiede poi un pò di attenzione. Il ghiacciaio che si incontra oltre la Bosses si passa con un giro alto e ad arco sotto le pareti del Pic Sans Nom . La linea più diretta è infatti molto crepacciata. Si passa comunque tranquillamente con i ramponi ai piedi e volendo la picca. Lungo la cresta nei passi più difficili si trovano chiodi classici; noi abbiamo aggiunto qualche friend medio. Ancora una volta la gradazione è quella delle antiche vie di montagna e quindi il quarto non corrisponde al banale…Avendo una guida del posto a precederci non abbiamo avuto difficoltà a seguire l’itinerario, questo è comunque ben descritto su camptocamp che ha ripreso la relazione della Bibbia degli Ecrins, il mitico Labande. Doppie ben attrezzate e studiate per  essere riparati da eventuali cadute di pietre (Almeno per quello che riguarda le ultime tre delle cinque necessarie. Attenzione quindi al terreno rotto della prima calata). Meritata sosta alle quattordici al rifugio prima della ripida discesa e del lungo rientro. Iacopo, alla sua prima visita a queste montagne,  ha sicuramente apprezzato la magia dell’Oisans.