Sergio Deleo - Il Blog

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sabato 30 settembre 2017

Sass d'Ortiga spigolo Wiessner - Agosto 2016



La scorsa estate sono stato con Mauro a ripetere lo spigolo Wiessner al Sass d’Ortiga, in Val Canali. Lo spigolo  ovest di questa montagna offre un arrampicata certo non estrema ma comunque continua ,  molto esposta e con una linea super estetica. Grazie anche alla roccia di ottima qualità, tipica delle Pale di San Martino , si è trattato certamente di una delle vie più  belle che mi è capitato di fare in Dolomiti. Le difficoltà sono leggermente inferiori a quelle del famosissimo e non lontano spigolo del Velo alla Cima della Madonna. In effetti quest’ultimo presenta un maggior numero di lunghezze impegnative ma la via Wiessner al Saas d’Ortiga non è certamente meno meritevole. 
 


   
  La Val Canali poi è un po’ la Valnontey del gruppo delle Pale di San Martino, un piccolo gioiello delle Dolomiti. Il rifugio Treviso si raggiunge in circa un’ora per comodo sentiero. Da qui si prosegue,  su sentiero ben tracciato ma faticoso, sino alla forcella delle Mughe che si raggiunge in un’altra ora . Prima del colle vero e proprio una cengia, a tratti attrezzata con cavi d’acciaio, porta  a mezza costa verso sinistra fino ad un intaglio sulla cresta ovest. Di questo tratto può capitare di leggere descrizioni particolarmente scoraggianti ma in realtà non vi sono problemi. Si può tranquillamente procedere legati a corda corta e in conserva assicurata sfruttando le protezioni presenti. 
la cengia che porta allo spigolo
Lo spigolo si supera con una diecina di lunghezze e la linea da seguire è abbastanza evidente. Nel primo tiro, dopo i primi venticinque metri bisogna spostarsi bene a sinistra sino a doppiare lo spigolo arrivando ad una terrazza visibile soltanto all’ultimo momento. Le difficoltà maggiori sono concentrate nelle lunghezze centrali e nella penultima che, da un profondo intaglio, supera un muro verticale. Una evidente clessidra aiuta a superare questo tratto anche se non consente di azzerare il passaggio che è comunque nell’ordine del quinto grado superiore. Tracce di sentiero, ometti e qualche chiodo per una breve doppia consentono di tornare facilmente e in poco tempo alla Forcella delle Mughe e da questa al rifugio Treviso a festeggiare. Come sempre per le salite nel gruppo delle Pale conviene avere molti cordini per le innumerevoli clessidre oltre eventualmente a dei friends. La via risulta ben descritta in rete su Sassbaloss. Nel sito potete trovare la relativa galleria fotografica.

mercoledì 13 settembre 2017

Aiguille de Sialouze - Traversata delle creste



 
Fine Agosto, in compagnia di Iacopo, ho approfittato delle belle giornate di questo inizio settimana per andare a ripetere la traversata dell’Aiguille de Sialouze in Delfinato. Il massiccio degli Ecrins così aspro e selvaggio mi ha sempre affascinato ed infatti, pur non essendo certamente rapido da raggiungere per noi Valdostani, l’ho frequentato spesso. La Sialouze è in realtà un contrafforte del Pic Sans Nom che si spinge verso sud dividendo i massicci dell’Ailefroide e del Pelvoux. Punto di partenza classico per questa salita è il rifugio del Pelvoux che si raggiunge in circa tre ore da Ailefroide. In discesa vi ero già passato alcune volte dopo aver ripetuto itinerari sulla nord e il famoso Couloir Chaud. In salita, su questo versante ripido e assolato, abbiamo molto apprezzato il venticello fresco di lunedì pomeriggio. La cresta offre una bella arrampicata classica su di un ottimo granito lavorato e rugoso e fa parte delle creste scelte Mario Colonel nel suo bellissimo libro Chemins du ciel. Noi abbiamo impiegato circa due ore per arrivare all’attacco della via passando dalla Bosses de Sialouze. Per raggiungere questo punto si attraversa ancora un breve nevaio  che al mattino si passa con maggior sicurezza ramponi ai piedi.
 









 
 Una zona di placche appoggiate ma compatte richiede poi un pò di attenzione. Il ghiacciaio che si incontra oltre la Bosses si passa con un giro alto e ad arco sotto le pareti del Pic Sans Nom . La linea più diretta è infatti molto crepacciata. Si passa comunque tranquillamente con i ramponi ai piedi e volendo la picca. Lungo la cresta nei passi più difficili si trovano chiodi classici; noi abbiamo aggiunto qualche friend medio. Ancora una volta la gradazione è quella delle antiche vie di montagna e quindi il quarto non corrisponde al banale…Avendo una guida del posto a precederci non abbiamo avuto difficoltà a seguire l’itinerario, questo è comunque ben descritto su camptocamp che ha ripreso la relazione della Bibbia degli Ecrins, il mitico Labande. Doppie ben attrezzate e studiate per  essere riparati da eventuali cadute di pietre (Almeno per quello che riguarda le ultime tre delle cinque necessarie. Attenzione quindi al terreno rotto della prima calata). Meritata sosta alle quattordici al rifugio prima della ripida discesa e del lungo rientro. Iacopo, alla sua prima visita a queste montagne,  ha sicuramente apprezzato la magia dell’Oisans.