Sergio Deleo - Il Blog

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mercoledì 19 luglio 2017

Aiguille d'Argentière - cresta du Jardin - Agosto 2016



 
L’estate scorsa, a metà Agosto, sono stato con Fabien all’Aiguille d’Argentière a ripetere l’Arrete du Jardin. Avevo trovato la relazione alcuni anni fa, sul bellissimo libro di Mario Colonel  CHEMINS DU CIEL , ed era entrata immediatamente nei mie programmi alpinistici. Si tratta di una lunga ed impegnativa salita di arrampicata su granito fantastico, poco conosciuta e frequentata, in una delle zone più belle del Monte Bianco. Mi viene in mente come paragone l’Arrete du Diable al Tacul . La Jardin è almeno altrettanto impegnativa, forse anche di più, e altrettanto bella. La linea da seguire è abbastanza evidente. Si può dividere in tre parti distinte: con la prima ci si porta al Plateau e poi alla base della prima cheminée; con la seconda, quella tecnicamente più impegnativa, si supera quest’ultima e le successive difficoltà sino alla brèche dopo il Casque; con la terza e ultima ci si porta in vetta aggirando i gendarmi finali sulla destra. La via risulta  ben relazionata sulla  Vallot  ,  Chemin du Ciel, o anche su CamptoCamp. Il problema è semmai dato dalla lunghezza dell’itinerario che obbliga a percorrerne almeno un primo terzo ancora al buio, soprattutto se si intende rientrare a valle il giorno stesso utilizzando la funivia dalla stazione del Lognan. Bisogna infatti calcolare almeno quattro ore per rientrare dalla vetta agli impianti , con la discesa in buone condizioni e senza concedersi grandi pause.


 La prima parte della cresta non presenta passaggi particolarmente difficili ma al buio è possibile fare qualche breve variante più impegnativa. Pensare ad una seconda notte al rifugio, magari con l’idea di ripetere una delle tante belle vie  di arrampicata della zona il giorno successivo, consentirebbe una partenza ritardata. Come sappiamo, con la luce risulta tutto più evidente e facile. Si può anche pensare di saltare il rifugio per andare direttamente a bivaccare sul Plateau con l’ovvio svantaggio di essere però più carichi durante l’ascensione. L’arrampicata e di quelle un po’ rudi “Chamoniarde” , i gradi sono quelli di una volta e potete aspettarvi svariato quinto e quinto superiore , gli ancoraggi per le doppie sono già presenti. L’esposizione a sud fa sì che si pulisca e asciughi rapidamente dopo gli episodi di maltempo. Sfortunatamente la discesa presenta un ripido canale in neve o ghiaccio  e un ghiacciaio che può diventare molto complesso. In stagioni normali (non questa del 2017!!) ci si possono aspettare buone condizioni sino a fine Luglio. Bisogna quindi informarsi bene al rifugio. Vorrei darvi un idea dei nostri tempi ma la  memoria non mi aiuta molto. Indicativamente :  partiti verso le quattro ; un ora  e mezza  alla base; prime luci sul plateau  ma “giorno vero” alla base della prima cheminée (era metà Agosto) ; vetta per le dodici e mezza; funivia quattro e trenta. Buona salita.

parte finale della cresta vista dalla cima