Sergio Deleo - Il Blog

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venerdì 14 agosto 2015

Torrione di Zocca-spigolo Parravicini

Delle belle vie di arrampicata percorse questa estate ( quelle di misto ho preferito lasciarle perdere per evidenti motivi) vi do qualche ragguaglio in relazione allo spigolo Parravicini al Torrione di Zocca in val Masino. La via, per i classiconi come il sottoscritto, è certamente bella e meritevole. La roccia è ottima e l'arrampicata risulta più continua del vicino spigolo Gervasutti alla punta Allievi, al quale puo invidiare la maggior lunghezza dell'itinerario ed un avvicinamento più comodo. Come si evince dalle relazioni in rete o sulle guide che trattano questa zona, le difficoltà sono dell'ordine del quinto e quinto superiore , con la necessità però di proteggersi, vista la scarsità  e qualità dei chiodi presenti in via. Quella che invece mal si evince risulta essere la discesa in doppia ! La prima sosta si trova facilmente (ometto).Con la prima doppia bisogna probabilmente spostarsi verso destra , guardando la parete mentre si scende e non verso sinistra come erroneamente indicato in molte relazioni. Trovata la sosta la discesa dovrebbe poi proseguire sul lato destro della parete ben visibile dal rifugio (quella più appoggiata), fino ad arrivare sulla cresta che delimita il lato sinistro (sempre guardando dal basso) del bacino della cima di Zocca , caratterizzato dalla grande e ripida pietraia della parte bassa. La stessa cresta scavalcata durante l'avvicinamento alla cengia che porta alla base dello spigolo. Ho usato non a caso il condizionale perchè con Floriano abbiamo tenuto la sinistra come da relazione. Quindi se dopo trenta metri vi ritrovate su di una cengia ascendente con una sosta nel punto più alto a sinistra non disperate, con corde da 60 si arriva in basso, alla cengia di avvicinamento. La prima è appunto sulla cengia , su fettucce unite con piccolo maillon. Scendete leggermente verso sinistra (sempre faccia alla parete) seguendo l'evidente fessurone che taglia le grandi placconate. Scendendo il muro verticale che segue vedrete in basso a sinistra un altra piccola cengia/pulpito. Sosta su cordini ad un blocco. Altra doppiona fino ad un comodo terrazzino alla base di un diedro (diritti o leggermente a sinistra). Sosta su chiodo e nut incastrato. Nuova doppia lunga,  in verticale fino a dei terrazzini dove vedrete la fettuccia rossa che abbiamo aggiunta all'unico chiodo (non eccezzionale) sul quale è sceso chi ci ha preceduto! Da qui si arriva bene sulla cengia di avvicinamento che in realtà è molto più comoda di quel che sembra da lontano.